CENTO DI QUESTI INNI !
Il pezzo racconta i mondiali dal punto di vista dell’allenatore di una ipotetica nazionale zingara e del suo rude terzino Mario; questo emarginato dalla società riesce a portare la propria squadra alla finale con l’Italia, la sta perdendo e a pochi minuti dalla fine ha l’occasione di pareggiare in contropiede, ma il destino è in agguato in una forma insospettabile...
Da cantare sulla musica de “La guerra di Piero”.
LA GUERRA A DEL PIERO
Dormi sepolto in un campo di calcio
non giocherai più nemmeno uno stralcio
di una partita: i tuoi nervi scossi
t’han dato mille cartellini rossi
Lungo la schiena di quel tornante
voglio che affondi i gomiti, Mario,
atterra a calci quell’avversario
che dalla porta resti distante
Così dicevo ed ero in panchina
la squadra azzurra faceva melina
già perdevamo per uno a zero
che prese palla purtroppo Del Piero
Ferma Del Piero, fermalo adesso
fa che in un campo non faccia più ingresso
spingilo pure, tieni la maglia
fagli partire ginocchio e caviglia
Tu lo colpisti e il tempo passava
ma la difesa avversaria arretrava
ed arrivasti a passar metacampo
palla sul piede e via come un lampo
E mentre partivi per il contropiede
vedesti un uomo aspettarti con fede
aveva il tuo stesso identico odore
ma la maglietta di un altro colore
Spara a Moriero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
taglialo a fette, fagli di peggio
basta che poi tu pervenga al pareggio
E se son solo di fronte al portiere
soltanto il tempo avrò per tirare
ma il tempo a me resterà per vedere
gli occhi di un uomo a cui sto per segnare
E mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede, ha paura
ma stai attento, perché ad un metro
c’è un uomo pronto ad un fallo da dietro
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che l’arbitro vide il tuo immenso dolore
ma non concesse nemmeno il rigore
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua carriera doveva finire
per un centravanti tornato a coprire
Ninetta mia crepare di Baggio
ci vuole tanto, troppo coraggio
Ninetta bella, quel mascalzone
non prese neanche l’ammonizione
E mentre l’arbitro stava a guardare
verso di lui cominciasti a imprecare
“Tieni le corna, fetido insulso!”
così in un attimo venisti espulso
Dormi sepolto in un campo di calcio
non giocherai più nemmeno uno stralcio
di una partita: i tuoi nervi scossi
t’han dato mille cartellini rossi
NOTA: la canzone è stata scartata perché sarebbe stato troppo innovativo, anziché cantare l’inno con la mano sul cuore, farlo con entrambe le mani serrata una trentina di centimetri più in basso.