26 luglio 2006

Mi vendo



Riscrittura di "Mi vendo" di Renato Zero interpretata da Buffon, Cannavaro e Zambrotta!Imperdibile!
http://www.youtube.com/watch?v=ODOsTgRTbQ4&eurl=

20 luglio 2006

Giovani Giovanni in vetrina!


Qualche tempo fa avevamo scritto della libreria “Viale dei ciliegi 17” di Rimini.
E siamo ancora qui per parlarne, e volentieri!
Questo mese lanciano un geniale allestimento di una delle loro vetrine: a rotazione, infatti, potete trovare “esposti” addetti ai lavori, ma anche semplici lettori, a leggersi un libro!
Nella foto, Giovanni Rigano (http://riganogiovanni.blogspot.com/ ) che legge “Mirrormask”.

18 luglio 2006

Rimini Rimini


Pochi aggiornamenti in questi giorni, ma ci trovate venerdì, sabato e domenica a Riminicomix!
(http://www.cartoonclub.it/festival.htm)

14 luglio 2006

Testate


Per sapere tutto, ma proprio tutto, sulla testata di Zidane, non perdetevi:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2006/07_Luglio/13/pop_zida.shtml

13 luglio 2006

12 luglio 2006

Elio e i tiri tesi


Lunedì 10 luglio 2006, Arona, provincia di Novara.
Il giorno prima, la finale dei mondiali.
La sera stessa, concerto di Elio e le storie tese con Claudio Bisio (http://www.elioelestorietese.it/splash.html ).
Dopo oltre un’ora di grande spettacolo, è l’ora dell’immarcescibile “Servi della gleba”.
Giunge il momento in cui il gruppo urla: “Ma non starai mica piangendo?”
E Elio – che di rado ho sentito dare due volte la stessa risposta a questa domanda – risponde:
“No… è che mi è entrato… il rigore di Trezeguet nell’occhio!”

Standing ovation.

10 luglio 2006

Ehilà, Beppe!


"Les italiens!, mi hanno gridato tutta la sera nelle orecchie, come se fosse una colpa. Non ho avuto cuore di dirgli, mentre nascondevano le mani nella faccia, che les italiens sono anche questa cosa qui: gente che sa aspettare. E sa soffrire, cercando di tirar fuori un capolavoro da un anno orribile, e da una serata nata storta. Il cielo ha simpatia per gentaglia come noi, che sa incassare e non lo sfida con arroganza. "

Il resto del pezzo, scritto da una delle migliori penne del giornalismo italiano, alla pagina
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/

Abbiamo perso.


Ci abbiamo creduto. Ci abbiamo sperato, fino alla fine.
Ma non ce l’abbiamo fatta.
Dei ragazzi tedeschi avevano fatto una scommessa con una ragazza per i mondiali: se entro la finale una loro pagina internet (http://www.sonjaswette.com/index_it.html) avesse raggiunto cinque milioni di visitatori, lei si sarebbe spogliata completamente e si sarebbe messa a correre nuda nella finale stessa.

Purtroppo non hanno raggiunto nemmeno la metà dei contatti.
Quindi ci siamo dovuti accontentare di Gattuso in mutande.
Che per carità, nel contesto festoso è stato anche piacevole, ma non possiamo certo dire che sia la stessa cosa.

Premio di consolazione (un po’ come quello vinto dai francesi… e dai, un po’ di sfottò concediamocelo), il raggiungimento di una delle tappe intermedie: a due milioni di contatti si era infatti ripromessa di mostrare sul sito una foto del sedere in perizoma.

Se volete confrontatela con quello di Gattuso. Ma non insistiamo: sappiamo che in questo momento di totale euforia il buon Rino potrebbe apparire fin quasi desiderabile…

07 luglio 2006

Cento di questi inni! - 2


Il nostro omaggio e il nostro augurio a Pessotto, uno dei pochi juventini dell’era della triade a essere stimato dai tifosi di tutta Italia, arriva con il secondo inno composto in occasione di Francia ’98. La canzone era dedicata a uno dei grandi (?) assenti di quella nazionale: Mark Iuliano. Il difensore della Juve è passato alla storia per la sua frase “Io so come muovermi in area di rigore”, pronunciata dopo l’evidente fallo da rigore compiuto su Ronaldo in Juventus-Inter.
Battisti e Mogol, unici al mondo, sono riusciti a capire e il suo comportamento apparentemente incomprensibile (almeno quanto il suo italiano): quando è in area di rigore Juliano si trasferisce, infatti, in una realtà parallela - visibile solo a lui - dove tutto è permesso: calci, spinta, gol non visti e non concessi. Questo colorato mondo è formato da mille giardini. I giardini di Mark.
Da cantare sull’aria di “i giardini di marzo
”, naturalmente.


I GIARDINI DI MARK

Il Pessotto passava
e Simoni gridava: “Venduti!”,
il ventuno francese
avanzava, e noi lì tutti muti.

Io pensavo al mio ruolo
e a quanti avversari atterrati
come quel brasiliano
dai capelli non ancora cresciuti.

All’entrata nell’area
le punte giocavano a calcio
io restavo a guardarli
cercando il coraggio per imitarli,

poi sconfitto tornavo
al mio ruolo: dovevo falciarli.
Ero in silenzio stampa
ma tu mi chiedevi: “Perchè non parli?”
Che fallo è?
Che gioco è?
Dai, Maldini,
riportami con te!
Le mie mani, con la Lazio,
non stavano giù,
però Bergomi...
se chiami Bergomi...

Ma ci pensi?
Per un rigore!
Un rigore che era amore, amor per me!
Tra gli azzurri e Collina manco io,
potrei correre fortissimo,
sentirmi quasi Dio!

Nella Juve trovo spazio anche per me,
però lì in nazionale
purtroppo ancora non c’è.

Nei giardini di Mark ora
arrivano nuovi avversari
che protestano a lungo:
pretendono nuovi rigori.

E Maldini? “Amichevoli sì,
ma al Mondiale stai fuori!”
Tu ti sei fatto un culo così
e per gli altri gli allori.

E la lista ufficiale
chiarì i tuoi pensieri:
sì, mancava davvero il tuo nome
tra Bergomi e Vieri...

Che fallo è...

01 luglio 2006

Polemica preventiva


“Mentre in Germania un semaforo rosso è considerato un imperativo, in Italia è visto piuttosto come una raccomandazione. Un semaforo rosso significa qualcosa del tipo: «è probabile che desideriate fermarvi in quanto ci sono buone probabilità che sopraggiungano automobili concorrenti dalle altre direzioni». In Germania significa semplicemente «stop». Tutto questo a prima vista può sembrare inquietante, ma l’aspetto positivo è che da una parte genere traffico maggiormente «ottimizzato» e dall’altra riduce le fermate perfettamente inutili. Presenta anche il vantaggio che gli italiani non considerano mai un semaforo verde come un segno indiscutibile che la via è sicuramente libera.”
(testimonianza di un cittadino tedesco in visita in Italia, da “Sociologia della comunicazione” di Luciano Paccagnella, Il Mulino, 2004)

Nota a margine: la sostituzione progressiva degli incroci semaforici con rotonde è quindi un evidente segno di resa?